Una storia per inguaribili romantici, per chi ancora crede che in Amore, quello con la “A” maiuscola, mai dire mai. Florentino Ariza è un ragazzo qualunque che si innamora della bella Fermina Daza, un vero e proprio colpo di fulmine (“Lei era così abbagliante da sembrare l’unica in mezzo alla folla”), che ha dato il via ad uno scambio di lettere appassionate. Nei tempi del colera, il suo amore non corrisposto è una fonte di continua sofferenza, alla quale tuttavia non si arrende e risponde con una tenacia encomiabile. Gabriel García Márquez vuole premiarlo e, proprio quando sembra che la sua vita sia ormai destinata a storie sbagliate, dopo cinquant’anni di attesa lo riavvicina alla sua donna, ormai rimasta vedova del “rivale”. I due personaggi sono in realtà più complessi di quello che appaiono apparentemente: Florentino, romantico scrivano di lettere d’amore per sé e su commissione, si è fatto poi travolgere da rocambolesche storie di sesso, Fermina dal canto suo è dilaniata da un ambiguo odi et amo. Il Premio Nobel Márquez, mentre racconta le vicissitudini dei due protagonisti ci fa viaggiare nella Colombia tra l’ottocento e i primi decenni del novecento, descrivendo sapientemente i luoghi e le atmosfere che hanno plasmato i suoi personaggi. Non è un caso che il libro sia stato scelto dagli sceneggiatori del film “Serendipity” per dimostrare che chi si ama, prima o poi, si ritrova. La trasposizione cinematografica diretta da Mike Newell ha per protagonisti la nostra Giovanna Mezzogiorno e Javier Bardem, bravi interpreti di una versione attenta e fedele.
“Doveva insegnarle a pensare all'amore come a uno stato di grazia che non era un mezzo per nulla, bensì un’origine e un fine in sé”