Per anni Penelope ha fatto e disfatto quella tela aspettando il ritorno del suo Ulisse. Intanto i Proci assediavano Itaca, dimezzavano il bestiame per i loro banchetti, violavano le ancelle del palazzo. Poi Ulisse finalmente torna ma sotto mentite spoglie, rivelandosi solo al fidato Eumeo e suo figlio Telemaco per organizzare una vendetta di sangue e riappropriarsi così della sua Casa e della sua Regina. La narrazione alterna la voce di Ulisse a quella di Penelope, alla quale viene dato più spazio rispetto all'Odissea. Penelope riconosce subito Ulisse vestito da mendicante ma temporeggia per dar sfogo ai suoi sentimenti. Per venti lunghissimi anni ha pensato di essere rimasta sola, tradita, abbandonata. E tutto quel turbine di sentimenti perché mai dovrebbe rivelarsi meno importante del terribile, fantastico ed epico viaggio affrontato da Ulisse? Questo Penelope non smetterà di far(ce)lo notare, dall'inizio alla fine del libro, con un po di gelosia come solo le donne sanno esprimersi. Parliamo di librai e di lettori, di confidenze in libreria, di consigli di lettura sotto l'ombrellone o per il prossimo inverno sulla poltrona e viene fuori uno dei libri più belli letti finora. C'è chi mi ha detto dopo averlo terminato "Quando le pippe mentali diventano... epiche" e aveva ragione, con ironia e verità. Chi dopo averlo terminato mi ha detto "Mi tatuerei la frase Itaca per sempre"; Io dico... Coinvolgente descrizione di un amore senza distanze. Quando l'amore diventa un'Odissea.
Oscar Mondadori, 1997. (ventunesima ristampa) p 185
Ringraziamo Maria Giulia Colace per l'illustrazione tratta dal suo libro "Penelope: Io sono ciò che aspetto".