Libero aveva solo 12 anni quando una sera a cena, appena trasferiti a Parigi, sua madre esordisce dicendo: "Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze." e a seguire l'exploit inaspettato di Monsieur Marsell "E i pompini!". E se fosse stato per queste prime righe, presa dai pregiudizi avrei chiuso il libro dichiarandolo "Volgare e scontato" riponendolo sullo scaffale della libreria. Il senso del dovere m'impone, per fortuna, di andare avanti... Libero Marsell inizia così a raccontarmi la sua storia, sto leggendo le pagine della sua vita, dall'infanzia parigina alla maturità italiana. Si lascia andare ai pensieri più intimi, cerca sè stesso con curiosità, in continua evoluzione. Attratto dal sesso, così tanto da sentirsi sempre insoddisfatto, ricercandone il punto più alto del piacere, dentro di sè e nelle donne che passano nella sua vita. È qualcosa che si è radicato in lui dalle prime pulsioni sessuali, da ragazzino, quando scopre che la madre tradisce suo padre. È un continuo mettersi alla prova per sciogliere il senso d'invisibilità che opprime la grandezza del suo nome: Libero. Marie sarà la sua musa, la sua ispirazione, la sua migliore amica, bibliotecaria del IV arrondissement, traccia il suo percorso con la lettura dei grandi classici, collegandoli con maestria a episodi della sua vita. Lunette lo scioglierà dalla condizione di invisibilità dando vita a una grande passione-ossessione sessuale che segnerà la sua maturità. E poi il legame con suo padre, i bohémienne, Camus, i fiori di Bach, il legame indissolubile con l'Italia. È un continuo mutare quello di Libero, cresce con noi pagina per pagina, pur mantenendo la sua caratteristica principale, la purezza, qualità rarissima. Non ho potuto fare a meno della compagnia di Marco Missiroli negli ultimi giorni. Mai giudicare un libro dalla copertina (e dal primo paragrafo!).
Feltrinelli, 2015. P. 249