Un anno fa, abbiamo incontrato Mariagiulia Colace a Roma per la presentazione del suo primo racconto illustrato “La giacca di Lina. Una tragedia in poche gocce”. Oggi la ritroviamo a Bruxelles, al lavoro per il suo primo libro dal titolo “Penelope: io sono ciò che aspetto”.

Confermi di avere una vera e propria affezione per il richiamo alla mitologia greca.

La mitologia greca è un pozzo senza fondo di ispirazioni! Era da un po’ che stavo rivalutando la storia di Penelope. Soprattutto perché mi è capitato di rivedere l’Ulisse di Camerini. Un vero e proprio must della mia infanzia. Il tipico film che rivedi una volta l’anno e ti stupisci di come il ciclope sia stato fatto “bene” con gli effetti speciali di un tempo.

Nel libro ventitreesimo dell’Odissea, Penelope scredita il comportamento di Elena, quasi ferisse i suoi valori di moglie. Questo radicato concetto di salvaguardia del focolare domestico, porta con sé un po’ di frustrazione ma non volontà di riscatto. E’ da qui che nascono gli incubi e i sogni che hai voluto riportare?

Gli incubi di Penelope nascono dalla consapevolezza di non “subire” l’assenza di Ulisse, ma di “sceglierne” l’attesa. Per addirittura 10 anni. Non è tanto il ruolo di donna protettrice del focolare che mi interessa, quanto la dinamica dell’attesa stessa. Penelope è l’emblema della fedeltà d’accordo, ma lo è anche dell’attesa.  MI vengono in mente Vladimiro ed Estragone, i due personaggi della piece teatrale “Aspettando Godot” che aspettando per l’appunto Godot, segnano la loro condanna: la stasi.

Come hai deciso di scegliere la via del crowdfounding per finanziare il tuo progetto?

Qualche mese fa ho ricevuto una mail in cui qualcuno mi diceva che apprezzava il mio lavoro e che credeva valesse la pena intraprendere un progetto di crowdfounding. Ho più o meno ignorato quella mail. “Che d’è il crowdfounding? Non ho tempo”. Poi visitando il sito di Eppela - la piattaforma che mi ha contattata- ho scoperto che c’è un modo per farsi sentire alla vecchia maniera. Mi veniva proposto di presentare un progetto mio e di promuoverlo, iniziando con un video di presentazione. La storia  l’avevo: “Penelope”. Dopo aver molestato mezza Ostia - l’obiettivo era fare un video simpatico che coinvolgesse ignare persone - ed essere stata invitata da una crew di bagnini ad alzarmi dalla scialuppa di salvataggio dove mi ero seduta a riposare, ho scoperto una cosa: le persone sono curiose. Anche i bagnini. E’ iniziata così la mia campagna crowdfounding. Non è facile. C’è bisogno di tattiche, contatti, piano di promozione, ma le persone curiose non mancano. Promuovere questo progetto vuol dire pensare ogni giorno a come comunicare alle persone la necessità di pubblicare un libro d’illustrazioni auto prodotto, presentando se stessi e il proprio lavoro.

Così agli inizi di ottobre è partita la campagna su Eppela e dopo pochi giorni hai già raggiunto quasi 1/4 della quota finale.

E’ stato bellissimo  vedere arrivare tanti contributi! Sopratutto perché molti dei miei sostenitori sono sconosciuti che hanno conosciuto e apprezzato il mio lavoro on line! Spero di continuare così! Questa campagna non consiste solo nel raccogliere fondi per pubblicare la storia: sto conoscendo molte persone e realtà dell’illustrazione e soprattutto sto presentando il mio lavoro in modo diretto.

Quando la raccolta fondi sarà finita, dove potremmo trovare il libro di “Penelope: io sono ciò che aspetto”? Potremmo sperare di trovarlo da scartare tra i regali di Natale?

Il libro sarà disponibile durante le mie esposizioni e festival a cui parteciperò…e perché no in qualche libreria che sarà prontamente segnalata sul mio blog! Ma soprattutto potrà essere ricevuto da tutti i sostenitori che decideranno di contribuire al finanziamento del progetto!

Mariagiulia Colace e Penelope vi danno appuntamento alla mostra - aperitivo di martedì 29 ottobre a Lo Yeti di Roma, nel cuore del quartiere Pigneto. A partire dalle ore 18.30 saranno esposte le illustrazioni del nuovo progetto illustrato e presentato il crowdfounding per “Penelope: io sono ciò che aspetto”.

Vi aspettiamo!



 


 

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