Il mondo del Maestro Pier Augusto Breccia è l’espressione della propria interiorità, un continuo divenire, ogni tela racchiude in sé un piccolo universo di significati. Il Maestro Breccia nasce come brillante cardiochirurgo finchè nel 1979 scopre un’abilità ed una passione per la pittura che lo hanno portato a diventare il padre dell’ermeneutica. Autodidatta, perché “L’arte non si può insegnare”, il successo arriva immediato fin dalle prime esposizioni. “I miei quadri necessitano di un’interpretazione, ogni elemento ha un significato, non si può avere uno sguardo superficiale o voler trovare un paragone con altri artisti e correnti. Il mio stile è assolutamente diverso da tutto il resto. Un mio dipinto è subito riconoscibile”. Dai bozzetti preparatori a matita, il Maestro Breccia arriva a creare grandi dipinti olio su tela dai colori accesi. L’incredibile varietà di simboli che si nascondono dietro le sue opere le hanno rese anche largamente utilizzate come copertine per riviste, tesi, libri di vario genere, dall’ambito medico al filosofico. Se la sua pittura si discosta totalmente dalle altre correnti artistiche, il Maestro tuttavia ha individuato un suo predecessore “Posso considerare solo Kandinskij il mio predecessore perché è il primo che ha cominciato a decodificare gli oggetti. L’arte all’inizio era solo una rappresentazione della realtà, delle cose così come erano, l’artista non ne dava una sua interpretazione. Nell’epoca moderna però, appena sono crollati i sistemi e dall’oggettività siamo passati alla soggettività, c’è stato anche un eccesso di nichilismo”. I dipinti del Maestro Breccia raccontano il disagio dell’uomo moderno, “Un uomo che è stordito dai rumori del mondo ma non riesce ad evitarli, perché anche quando si isola sente i propri pensieri”. Ricorrono nelle sue opere riferimenti alla cultura cristiana, all’influenza del conservatorismo su uomini visibilmente oppressi, anche la stessa natura appare imprigionata in una struttura architettonica nel quadro “Immaginazione e potere” (1998). Emblematica in “Dominus” (2013) la raffigurazione dell’uomo di potere che giganteggia sulla città e nasconde dietro di sè uno scheletro: simbolo della morte o dei propri segreti. Il mondo di Breccia è “Senza tempo, gli uomini sono figure indefinite, non devono rappresentare un’identità e un’epoca precisa ma essere universali”. Uno dei temi più affrontati è l’eterno conflitto tra ragione ed intuizione, espresso mirabilmente ne “La baia dell’innocenza” (2003): “L’uomo deve mantenere l’equilibrio tra la parte razionale, identificata con la città, e quella naturale, raffigurata con una natura morta, cosa che può anche essere interpretata come un riferimento artistico alle nature morte del passato, a dimostrazione che in ogni mio quadro le interpretazioni sono molteplici. Addirittura la posizione dell’uomo è stata vista come una X ed una Y, quindi l’unione tra maschile e femminile”. L’uomo del Maestro Breccia è spesso sospeso, addirittura in caduta libera in “Abisso” (2006), una discesa verso la libertà di pensiero che è come una luce in fondo al tunnel, ma può sempre essere interrotta dall’ostacolo della razionalità, sempre espresso come una barriera architettonica. Un altro forte contrasto raffigurato nelle opere del Maestro è quello tra la parte maschile e femminile, la prima sensibile, la seconda portatrice di ragione e forza “Ognuno ha in sé entrambe le parti, non sempre in equilibrio, a volte prevale una delle due: quella maschile, penetrante e forte, o quella femminile accogliente”, “Full immersion” e “Il mare della fecondità” (2011) sono un chiaro confronto tra le due nature. In “Mondo sommerso” (2012) la donna è addirittura colei che trascina verso l’abisso l’uomo, che per avvicinarsi alla tentatrice ha bisogno di una protezione. L’artista secondo il Maestro Breccia può vivere nel suo mondo popolato dalle proprie creazioni, ma il vero artista “Sente anche la necessità di diffondere la propria opera nel mondo”, così dai primi successi a New York, dove ha vissuto per dodici anni, è tornato in Europa, per esporre le proprie creazioni a Palermo, a Roma (a Palazzo Venezia e al Complesso del Vittoriano), al Museo Manege di San Pietroburgo. Ogni allestimento è curato personalmente nel dettaglio, per il Mese della Cultura e della Lingua Italiana 2014 a Montecarlo, il Maestro ha selezionato 25 opere dal tema “L’uomo e l’acqua”. In occasione della cerimonia conclusiva l’allestimento è stato rivisitato, e con “La baia dell’innocenza” il Maestro Breccia ha introdotto a S.A.S. il Principe Alberto II la propria mostra: una piccola raccolta di opere figlie del padre dell’ermeneutica.