Alla presentazione di Journey into Fragility, all’Isola Certosa di Venezia, l’arte di Maria Rebecca Ballestra è uscita dai propri confini naturali. La sua opera, come già detto (http://www.slidingarts.com/exhibits-galleries/348-journery-into-fragility-all-isola-certosa-di-venezia), prende una forma tangibile attraverso tre installazioni permanenti: una passerella di accesso all’isola che ospita un omaggio alla "Carta per la Terra e per l’Uomo", 12 calotte in acciaio su cui è inciso il luogo di ognuna delle dodici tappe toccate dal progetto e la loro distanza in chilometri rispetto all’isola, mentre una terza opera è dedicata al viaggio e consiste in una traccia audio dei racconti raccolti e vissuti dall’artista. L’aspetto più volte sottolineato durante la conferenza stampa dalla stessa Maria Rebecca Ballestra, a bordo del catamarano Planet Solar anch’esso portatore sano di un messaggio d’interesse mondiale avendo compiuto il giro del mondo ad impatto zero, è la nuova forma d’arte: ora viaggio alla scoperta di nuove culture, ora viaggio nelle proprie fragilità. Il viaggio è il vero protagonista. Il viaggio per Maria Rebecca è testimonianza, emozione, ma anche relazione. Journey into Fragility è sì un viaggio di 12 tappe in giro per il mondo, ma è stato e sarà un anello di congiuzione tra culture lontanissime fra loro, tecnologie all’avanguardia, tematiche ambientali e sociali diverse, la politica, le istituzioni e la società occidentale. L’immagine che emerge della società occidentale è quella di un mondo più industriale ed avanzato che non si pone troppi interrogativi su cosa accada in altre realtà, non capisce appieno ciò che si nasconde dietro i paesi emergenti e non conosce il lato più ricco del terzo mondo: la natura. Ogni viaggio intrapreso da Maria Rebecca ha avuto un proprio curatore e sponsor che le hanno permesso di incontrare e visitare i siti d’interesse tecnologico e innovativi più all'avanguardia. Dalle comunità di persone autogestite del Galles, alle città green degli Emirati Arabi, Maria Rebecca ha esplorato il globo e durante la conferenza ha accompagnato i presenti in un rapido giro per il mondo attraverso le sue esperienze. In questa occasione è intervenuto anche Alberto Sonino, CEO di Vento di Venezia, società che cura le attività dell’Isola della Certosa, a lungo sfruttata per attività militari e che ora, dopo un’attenta bonifica, vuole tornare ad essere di proprietà di tutti mettendo a disposizione un grande spazio verde, palcoscenico di alcune opere artistiche, ed un accogliente polo nautico volto ad accogliere tutti gli appassionati della nautica da diporto e gli appassionati della vela. Di questa nuova vita dell’Isola vi aggiorneremo con altri approfondimenti.
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=ahVGFxO6i14&feature=youtu.be