Una mostra, a ragione definita “imperdibile” addirittura nel suo titolo, che è un vero e proprio viaggio unico nel mondo di Marilyn Monroe: più di 300 oggetti personali, tra cui abiti passati alla storia del cinema, copioni, biglietti, trucchi, pellicole, fotografie, oggetti di scena e di uso quotidiano, dal ventilatore con cui cercava refrigerio in “Quando la moglie è in vacanza” agli utensili della sua cucina. Una raccolta che presenta i pezzi più rappresentativi di una vita da star: come a voler dimostrare la fatica e lo studio dietro alla costruzione di un personaggio così iconico, tra le prime teche troviamo un completo e sofisticato set di trucchi, il leggendario Chanel N.5, i vestiti dei servizi fotografici, che appaiono semplici ma furono resi speciali dalla loro proprietaria. Niente è paragonabile però al celeberrimo vestito bianco di “Quando la moglie è in vacanza” che, alzandosi con l'aria proveniente dalla grata della metropolitana di New York creò la diva e allo stesso tempo contribuì ad incrinare il matrimonio con Joe DiMaggio, il suo amore più grande che non riuscì ad accettare di dividerla con il resto del mondo, primo caro prezzo che dovette pagare per un successo planetario. A questo proposito tra le sue citazioni riportate ne troviamo una emblematica “Una carriera è una cosa meravigliosa, ma non ti può scaldare in una notte fredda”. Il percorso ci mostra poi i copioni dei sui film più famosi, pellicole in cui interpretava come nessun altra la bionda sexy e svampita, ruolo che cominciò ad andarle stretto quando partì per l'Actor's Studio, volendo dimostrare a Hollywood e al pubblico che dietro quell'immagine c'era anche una donna sensibile ed intelligente, capace di recitare parti più impegnate. In questa fase della sua vita conobbe e divenne amica di Lee Strasberg in persona, erede degli oggetti in mostra, e questa volta volle al suo fianco un intellettuale: Arthur Miller, di cui è esposto un biglietto in cui domandava a Marilyn quando si sarebbero potuti sposare, matrimonio che si concluse però con un altro insuccesso. Dai vestiti scintillanti di “Quando la moglie è in vacanza”, “Come sposare un milionario” e “Il principe e la ballerina”, si finisce poi nel periodo più buio, rappresentato da un altro momento storico: il video del suo “Happy birthday Mr. President” cantato a John Fitzgerald Kennedy, protagonista di una relazione scandalosa di cui perse il controllo. Le ultime battute di una vita breve, intensa e tormentata si concludono con i titoli di giornale che diedero la scioccante notizia di un suicidio mai del tutto confermato da una serie di indizi e dichiarazioni ambigue e contraddittorie. Una Marilyn sempre più sofferente, in balia di alcool e barbiturici, avrebbe potuto ingerirne una dose eccessiva, ma potrebbe essere anche rimasta vittima dei nemici che si creò con la sua natura incauta. L'unica certezza è che, nonostante tutto, almeno Joe DiMaggio la amava ancora e continuò ad amarla: distrutto dal dolore non fece mai mancare i fiori sulla sua tomba e quandò morì egli stesso disse di potersi finalmente ricongiungere alla sua Marilyn, forse finalmente libera.
"Imperdibile Marilyn"
Palazzo degli Esami, Roma
17 maggio/30 luglio 2017
Mostra a cura di Fabio Di Gioia