"Cosa potreste dire ad altri giovani che vorrebbero avvicinarsi a questo mondo?" è la prima domanda che rivolgiamo alle promesse della moda del NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Davanti a noi ci sono cinque ragazze tra i 21 e i 23 anni: Ilenia Pellegrino, Mariateresa Colarusso, Lara Bui Marelli, Thais Brandao Montessori, Dayana Dinkova. La scuola si struttura in triennio, biennio e master. Questo lavoro definitivo è il risultato dell'ultimo anno del triennio. Le ragazze sono partite da un tema generico e molto vasto: "MistIdentity". "Misty", come lo chiamano loro, è il sinonimo dell' incertezza globale che ognuna di loro ha interpretato con il proprio gusto e i propri sentimenti. Ogni carattere diverso è stato ciò che ha dato l'anima alle diverse collezioni. Le ragazze ci spiegano che "Misty" è incertezza in tutti i sensi, in particolare per la situazione attuale. Questo tema, lieve e uguale per tutti gli allievi, si è tradotto in sensazioni ed interpretazioni molto diverse: qualcuno l'ha tradotto in nebbia, con toni neutri, altri in collezioni di capi completamente colorati. Un'incertezza che, da chi cerca un appiglio al di fuori, viene espressa attraverso il colore estremo. Chi invece assorbe e accetta tale incertezza preferisce, ad esempio, rappresentarla attraverso la gamma dei grigi. Ma una volta avuta l'idea e disegnato il figurino, bisogna essere capaci il più possibile di ricrearlo. "Tante volte", ci dicono le stiliste, "è capitato di disegnare una cosa e di realizzarne un'altra; spesso l’abilità è lì. E' essere capaci di trasmettere tramite colori, linee e tessuti, quello che si vuole comunicare".
Demetra - Ilenia Pellegrino
Ma come hanno iniziato le ragazze a costruire la loro collezione? E come hanno sposato il loro talento con quello che gli è stato insegnato? Dopo tre anni di corso, infatti, le "piccole" e bravissime mettono in piedi una signora sfilata, con abiti dalle forme perfette nella loro semplicità o particolarità. Ne inizia a parlare Ilenia Pellegrino che si è ispirata agli UFO, tema collegato al generale "Misty" per quanto riguardo il senso di mistero, del vero-non vero, dell' esiste-non esiste. Mistico in termini di non conoscenza. E, estremamente legata agli UFO, la cornice dei campi digrano, ha ospitato il photo-shooting. La sua collezione è quindi basata soprattutto su ricami che riprendono tessuti naturali, alcuni il grano, altri la rafia o la paglia. Demetra è il nome della sua collezione, comela dea del grano, nei suoi colori tenui del beige, del marrone e del verde.
Hemerocallis - Mariateresa Colarusso
Per Mariateresa Colarusso, "Misty" è confusione. Confusione, in un mondo in cui andiamo di fretta e non riusciamo più a soffermarci su ciò che è realmente bello. Uno spirito alla ricerca dell’ "essenza che non vive nell'estetica ma nei dettagli". Dopo una accurata ricerca, Mariateresa Colarusso ha trovato la bellezza che cercava in un fiore. L’Hemerocallis, della famiglia dei gigli che racchiude in sé una particolarità propria di alcunefarfalle: la sua vita dura solo un giorno. Il fiore ha infatti la caratteristica di nascere al mattino, vivere di giorno e morire al tramonto. La linea della sua collezione, che riprende il nome stesso del fiore Hemerocallis, è un'analisi delle sue ramificazioni, dei suoi dettagli, della sua anima. Tutti particolari che si tende a perdere di vista e che racchiudono ilconcetto di bellezza. "Non solo abiti da indossare ma creature che vivono": le sue uscite della sfilata rappresentavano infatti la nascita e la morte del fiore e lo shooting perfetto è stato effettuato nel suo habitat naturale, vicino le rive di un fiume. L'Hemerocallis racconta una storia, che ha come scopo la ricerca del sole. Metaforicamente accostabile al senso di destino."Mi sono interrogata sul destino grazie a questo fiore ed ho capito che tutti abbiamo una storia già scritta", ha affermato Mariateresa.
Osmosis - Lara Andrea Bui Marelli
La collezione Osmosis di Lara Andrea Bui Marelli, è "una sottile linea di confine che divide il mare dalla foschia mattutina, la calma piatta dopo la tempesta, con il cielo ancora grigio e la sensazione di terrore e meraviglia." Lara racconta di aver passato tre anni in barca in giro per il mondo quando ero bambina. Seppur non avendo potuto cogliere esperienze in quanto troppo piccola, durante la sua avventura ha fatto tesoro di profumi e sensazioni confuse, più che di immagini e ricordi, e a questo ha ricollegato"Misty". All'argomento del mare ha unito il tema dell’architettura minimal che predilige - in particolare quella di Caruso -Torricella Architetti - in modo che lo stile restasse elegante, mantenendo un disegno geometrico per un risultato minimal. "Normalmente si tende a rappresentare il mare come elemento traducendolo in forme mosse e vaporose invece io ho voluto fare il contrario, prediligendo le linee dritte." ha spiegato Lara. Dal mare, la scelta di colori come il bianco, il grigio e il blu e dall'architettura, l'unione del plissé per i pantaloni e del pizzo per le camicie.
Diomira - Thais Brandao Montessori
Thais Brandao Montessori per la sua collezione Diomira si è ispirata a "Le città invisibili" di Italo Calvino. Il suo lavoro è stato quello di tramutare l'incertezza di "Misty" in sogno, passando da un piano totalmente astratto ad uno molto più concreto per la realizzazione degli abiti. "Volevo trattare l’incertezza attraverso il sogno ma non solo in quanto tale." - spiega Thais - "Volevo proprio parlare dell’architettura del sogno, che è un aspetto successivo, qualcosa di più interessante. Il sogno, quando ci svegliamo, non è mai nitido piuttosto abbastanza incerto. Ciò che sogniamo, al risveglio ci arriva sotto forma di sensazioni, di colori, di luoghi anche proprio perché non è mai definito. Però i sogni restano impressi nella memoria anche a distanza di tanti anni". Un concetto profondo che potrebbe rimandare a Freud, con qualche eco al più recente film di Christopher Nolan, "Inception". Ma Thais è voluta andare oltre, avvicinandosi al percorso concettuale e ottenendo una collezione fatta di 40 outfit e 80 pezzi. Inevitabile una successiva suddivisione del suo lavoro in 4 famiglie, ognuna delle quali equivale ad alcune de "Le città invisibili" di Italo Calvino: Armilla, Fillide, Ottavia, Valdrada. In ognuna de "Le città invisibili", non c’è solo la descrizione di un luogo assolutamente immaginario, ma anche un concentrato di quelle che sono le fobie, le contraddizioni e le lotte del genere umano. Così, nel particolare, Thais spiega perché si è ispirata a Calvino. Armilla è una città costruita sull'acqua, incompleta, fatta solo di tubature, da vasche. Non è abitata da nessuno se non ninfe che si lavano e si pettinano i capelli. Fillide invece risuona un po’ come una Venezia: fatti di ponti, che si incastrano. Calvino la descrive come una città che va colta di sorpresa perché nello stesso momento in cui la si osserva, Fillide si dissolve allo sguardo e immediatamente svanisce. Ottavia, è una città fluttuante che si sviluppa su due massi sospesi nell'aria, metafora fortissima dell’incertezza: in questa città gli abitanti vivono meglio perché sanno che, oltre ad un certo punto, non si possono sporgere. Di qui l'idea delle mongolfiere, che ritroviamo nei capi come stampe e. in particolare, del paracadute riadattato ad abito e gonfiato per la fine della sfilata Mistidentity. Le donne di Thais sono viaggiatrici: ognuna delle modelle porta infatti un cappello da aviatore, simbolo della collezione. Valdrada è l'ultima città a cui Thais fa riferimento: è costruita lungo il corso di un fiume, in modo che ogni parte sia continuamente specchiata nell'acqua. A Valdrada non è solo l'architettura ad essere riflessa ma anche le azioni degli uomini all'interno delle case e al loro esterno. Il significato di ogni concetto nel suo riflesso si inverte e diventa esattamente l’opposto. Un contraddittorio, quindi. Il contrasto tra l'acqua e la casa sono due concetti difficili da sposare. Ma adottando lo spirito "Less is more", Thais ha cercato una serie di riferimenti di immagini per la realizzazione del suo progetto, passando dall'architettura onirica all'architettura reale, ispirandosi in uno dei suo capi al Colosseo Quadrato dell’Eur a Roma. Scelta felice, considerando che proprio recentemente il gruppo Fendi-Arnault si è assicurato con un accordo l'uso del Palazzo della Civiltà Italiana, e prima della cessione era stato scelto per l' "Armani night", un megaparty e una sfilata in occasione dell'inaugurazione della nuova boutique romana.
Women At Arms - Dayana Dinkova
Women At Arms è infine la collezione di Dayana Dinkova. Una ricerca sulle guerre che l'ha portata a lavorare sulle divise maschili che però vengono portate dalle donne per renderle più forti, più preparate ad affrontare il mondo. Ha utilizzato proprio il giacca e camicia, facendo riferimenti alle divise tutt'ora esistenti, in particolare a quelle bulgare, quelle della sua nazionalità. "Ho usato delle mostrine e dei bottoni realmente usati dai militari, utilizzando dei ricami fino a trasformare l’outfit in qualcosa di estremamente femminile." racconta Dyana. Questa evoluzione è visibile anche nei tessuti che vanno in ordine dai più pesanti ai più leggeri, da quelli rigidi a quelli trasparenti, trasformazione che rispecchia anche i colori: dal grigio-verde militare fino al rosa, che riguarda la parte femminile, la parte morbida. Chiedendole se si sia ispirata anche alla condizione della donna dei nostri giorni, costretta alla sofferenza in termini di violenza fisica e mentale, ha spiegato che il suo concetto della donna forte in divisa è esattamente un modo per farla sentire più rispettata. La cosa più importante che uno stilista possa fare per una donna.
Sull'evento "MistIdentity" vedi l'articolo: http://www.slidingarts.com/fashionshow-streetstyle/84-a-milano-mistidentity-gli-stilisti-di-domani-da-naba