In Italia ha aperto “Io e Lei”, delicato ritratto di coppia tutta al femminile diretto da Maria Sole Tognazzi (http://slidingarts.com/film-festivals-theatres/372-io-e-lei), dagli USA sono sbarcati alla Festa del Cinema di Roma ben due pellicole sull’amore omosex tra due donne. “Freeheld” e “Carol” sono storie differenti ambientate in epoche distanti, ma condividono la stessa problematica: l’accettazione e la parità di diritti. Nel primo, basato su una storia vera, ritroviamo Julianne Moore che, fresca di Oscar per “Still Alice” (http://slidingarts.com/film-festivals-theatres/314-still-alice), è di nuovo alle prese con una grave malattia, ma questa volta deve affrontare anche un’altra battaglia. La Moore si è calata perfettamente nei panni mascolini di Laurel Hester, brillante poliziotta del New Jersey che si innamora, ricambiata, di una giovane meccanica interpretata da Ellen Page (nel ruolo per lei visto il recente coming out). Fino a qui nessun problema visto che siamo nel 2005 ed è già uscita una legge a tutela delle coppie di fatto, ma quando Laurel scopre di avere un tumore al quarto stadio i funzionari della Contea le negano il diritto di lasciare la sua pensione alla compagna dopo la sua morte. La forza e la grandezza di Laurel sta nel portare avanti la sua causa non per una questione ideologica, ma perché crede fermamente nella giustizia e fino alla fine chiederà solo “uguaglianza di diritti”, niente di più. Vuole che, come ogni poliziotto che ha servito con impegno il suo paese per tutta la vita, quando morirà il suo partner potrà conservare la casa che hanno costruito insieme. La “Carol” di Cate Blanchett invece incontra un bigottismo pressoché insuperabile: siamo nell’America degli anni ’50 e chi non rispettava il clichè della moglie perfetta con i capelli sempre in ordine e felice di vivere per il marito, era considerata una squilibrata da raddrizzare. Carol ha una bella casa, un marito ed una figlia, ma ama una ragazza: un’inedita e convincente Rooney Mara. Nella causa di divorzio è sotto accusa per la sua condotta immorale e il marito chiede la piena custodia della figlia. Carol però è lontana anni luce da Laurel, lei non può vincere, così si arrende per il bene della figlia e mette fine alla battaglia legale prima ancora che inizi. Storie a parte i due film si differenziano anche per lo stile: “Freeheld” parte dall’omonimo cortometraggio già premio Oscar e mantiene uno stile più asciutto mentre “Carol” è più vicino al dramma introspettivo classico: lento, sussurrato e attraversato da una colonna sonora notevole.