Dietro ad ogni genio si nasconde, a quanto pare, un grande talent scout. Il film "Genius", tratto dal libro di Andrew Scott Berg, racconta il difficile ma proficuo rapporto tra l'editore newyorkese degli anni '20 Max Perkins e uno dei suoi scrittori più brillanti e tormentati: Thomas Wolfe. Perkins aveva un sesto senso nel riconoscere le potenzialità di un manoscritto, dal suo ufficio alla Scribner sono passati autori come Ernest Hemingway e Francis Scott Fitzgerald, da lui scoperti, corretti e consegnati alla storia della letteratura. L'irresistibile fascino dei geni ribelli, dopo il successo di Will Hunting, questa volta va in scena dunque nel mondo dell'editoria, in particolare in una delle sue epoche più popolate di grandi talenti. La trasposizione cinematografica diretta da Michael Grandage, si avvale di un cast eccezionale: Colin Firth interpreta l'ombroso editor, Jude Law è un ottimo Thomas Wolfe, mentre Nicole Kidman è la donna innamorata dell'indomabile genio: inevitabili le continue crisi personali e di coppia. A Laura Linney l'altrettanto difficile ruolo della moglie di Perkins, a sua volta trascurata da un marito che si è troppo affezionato al suo eccentrico protetto, accogliendolo in casa come un figlio. Il risultato è una rappresentazione accurata che ci riporta alle atmosfere degli anni d'oro della narrativa americana, forse poco approfondito il background dei protagonisti se l'intento era il biopic, o forse è impossibile spiegare del tutto come nasca un genio.