Ci svegliamo alle 5 del mattino causa fuso orario. Verso le 7 decidiamo di uscire con il chiaro intento di trovare un posto che serva una buona prima colazione occidentale. Alla stazione di Umeda ad Osaka siamo letteralmente stupiti dalla maniacale disciplina con cui le persone rispettano la fila delle piattaforme in attesa dei treni. Rigore giapponese. In treno da Osaka a Nara ci fermiamo per visitare il consigliatissimo tempio di Horyu-ji che ospita le più antiche strutture in legno esistenti al mondo. Scendiamo quando viene annunciata la stazione di Koryu-ji che si trova poco prima di Nara davanti alla faccia stupita di alcuni passeggeri occidentali che ci guardano con perplessità, interrogandosi sul perché si renda necessario scendere ad una fermata dove pare non esserci assolutamente niente. Lasciamo la mia valigia di dimensioni modeste in una lockroom e prendiamo un bus verso il “sommo tempio di tutti i grandi templi”. Ed è effettivamente così. Ci troviamo davanti ad un complesso vastissimo con un colonnato completamente in legno e una pagoda alta 5 piani. Sono le 9.30 circa, dentro non c’è quasi nessuno. Veniamo subito investiti da una sensazione di pace e serenità, tutto è tranquillo e bellissimo, l’unico suono è quello della campagna che scandisce la preghiera. Visitiamo anche il museo in un edificio più recente per vedere la scultura di Kudara Kannon, conservata ad una temperatura di 18° sotto una teca di vetro. Nel museo altri fantastici reperti e testimonianze dell’antico Giappone, compresa la costituzione originale inizialmente composta da soli 17 articoli. Entriamo nel Palazzo dell’Anima del Principe Shotoku, dove un signore molto gentile mi aiuta  a dedicare una preghiera, guidandomi nello scrivere con i caratteri giapponesi. Una volta trascritti gli ideogrammi mi fa i complimenti per la riuscita della  scrittura della preghiera che, mi viene detto, sarà predicata nel tempio il 28 di gennaio del 2017, un giorno dopo il mio compleanno. Felicissimi di esserci fermati in questo luogo straordinario, riprendiamo la via di Nara. Rilasciamo la mia valigia in una lockroom (nel frattempo la valigia persa è stata ritrovata e spedita a Kyoto) e prendiamo un bus per il Parco di Nara. Immediatamente, vediamo centinaia di cervi intorno a noi ma nessuno di loro sembra intenzionato a fare amicizia con me (forse perché non porto cibo).  Andiamo verso il Todai-ji, tempio che ospita un Buddha gigante (un’amica assicura di non averne mai visto uno così grande nemmeno in Sri Lanka). Per strada la nostra attenzione viene attirata da particolari spiedini composti di quattro palline bianche che sembrano andare per la maggiore, caldi e ottimi, che scopriamo chiamarsi dango. Passiamo attraverso le colonne (dicono che porti bene) e, mentre statue di enormi mostri ci osservano dall’altro (servivano e servono per scacciare il maligno) approfittiamo di uno spot wi-fi per trovare un posto dove mangiare che non sia turistico. Ci riusciamo: approdiamo a Maguro-Koya, secondo in classifica su Tripadvisor che, una volta fattoci entrare, appende fuori dalla porta il cartello SOLD OUT. Il posto è gestito da due signori anziani, marito e moglie, e il menu, come suggerisce il nome, è completamente a base di tonno! Le condizioni della cucina lasciano a desiderare ma il proprietario ci taglia dei super tranci di tonno crudo davanti agli occhi! Un pranzo unico e fantastico. Entriamo in una libreria per comprare l’edizione giapponese de Il Piccolo Principe per un’amica che ne collezione le versioni da tutto il mondo. Passiamo attraverso delle pittoresche gallerie adiacenti alla stazione secondaria di Nara Kintetsu per risalire verso il santuario shintoista di Kasuga con un suggestivo sentiero di lanterne sempre immersi nel parco e circondai dai cervi. Rientriamo verso la stazione JR e prendiamo il treno alla volta di Kyoto.

Film consigliato: Si alza il vento di Hayao Miyazaki
Libro consigliato: Norwegian Wood di Haruki Murakami
 
Tappa precedente: OSAKA
Tappa successiva: KYOTO
 
NARA in 1 giorno:


 


 

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