A Kyoto, antica capitale imperiale del Giappone, alloggiamo in un ryokan nel quartiere di Gion: futon su pavimento di tatami con due cuscini e un tavolino basso illuminato da una lanterna. Le porte scorrevoli affacciano su un piccolo cortile, la temperatura è troppo bassa per affacciarsi sia di mattina sia di sera ma c’è un piccolo onsen con sauna all’interno del ryokan per scaldarsi e rilassarsi nei giorni più freddi. Il posto è gestito da ragazzi molto disponibili che per mangiare qualcosa ci consigliano di arrivare da Kana, vicino a Hijashiyamayusui Intersection, un posto tanto buono quanto impossibile da trovare senza precisissime indicazioni. Qui servono deliziosi okonomiyaki, che i più audaci si azzardano a chiamare japanese pizza. Non fatevi ingannare: da Kana assistiamo ad una vera e propria performance culinaria del proprietario che, sulle piastre in comune davanti al bancone, prepara gli okonomiyaki davanti ai clienti. Essere, come al solito, gli unici occidentali tra i locali sappiamo essere indice di grande qualità. Ci svegliamo nel cuore di Kyoto: Gion è affascinante, con le meravigliose abitazioni tradizionali in legno (machiya) e il quartiere storico delle maiko (apprendiste geishe) nelle strettissime vicinanze. Dopo aver fatto la solita colazione all’occidentale, ci incamminiamo verso il mercato di Nishiki – Koji passando per la via centrale di Shijo-Dori e con le spalle al tempio Yasaka-Jinja. In questa stretta galleria dedicata al cibo ci offrono così tante degustazioni di prodotti locali che, nonostante sia ancora mattina, non riusciamo a fare a meno di assaggiare uno squisito pasticcio di salmone e pesce crudo che viene appositamente realizzato sotto Capodanno. Ci imbattiamo anche in banchetti che compongono decorazioni di piante di bambù e mandarini: sono appese fuori a quasi tutte le porte delle case della città nel periodo del passaggio tra il vecchio e il nuovo anno per scacciare possibili eventi nefasti. All’interno di Nishiki – Koji troviamo un intero bar e ristorante dedicato a Snoopy: qui anche i biscotti e le sedie sono a forma del celebre personaggio di fumetti Peanuts. Prendiamo l’autobus numero 12 da Karasuma verso Kinkaku-ji anche conosciuto come il Padiglione d’Oro, una villa a tre piani rivestita in lacca dorata e foglia oro all’interno. Bellissimo il paesaggio attorno al Padiglione costruito da Yoshimitzu che scatenò non poche polemiche per la sua opulenza in contrasto con il concetto di tempio Zen. Dopo esserci velocemente ricaricati con i nostri fedelissimi spiedini di palline dango già sperimentati a Nara e un raviolo ripieno di carne, costeggiamo un bosco (in salita!) per arrivare al Ryoan-Ji, il più famoso giardino zen di tutto il Giappone: 15 grandi rocce nella ghiaia rastrellata. Pare che dalla veranda se ne possano vedere solo 14 (da qualsiasi punto) ma in realtà posizionati al centro e un po’ più in alto noi ne contiamo proprio 15. Probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa, in alternativa vorrà dire che abbiamo affrontato con successo un difficilissimo esercizio zen. Nel pomeriggio dedichiamo una passeggiata a Gion che pullula di giovani ragazze in kimono: nessuna di loro è una vera maiko,
sono per lo più conciate per farsi vedere e per festeggiare l’arrivo imminente del nuovo anno. Prendiamo una via tortuosa e le scalinate di Sannen-zaka e Ninnen-zaka in salita verso Kiyomizu-dera, il più celebre di Kyoto e assolutamente da vedere. Tornando indietro tra le più belle stradine della città e le case da thè ritroviamo il nostro fantastico ryokan, dove ci aspetta un bagno caldo formidabile. La sera ceniamo a Gion da Mikìhayo, che si guadagna il titolo di miglior ramen provato in Giappone, e passeggiamo lungo un piccolo tratto del canale Shirakawa svoltando verso Hanamikoji – dori nella speranza di incontrare una maiko. Mi illudo di vederla salire su un taxi con un accompagnatore ma probabilmente in questi giorni c’è troppa gente perché una maiko, che a Gion assume il nome di geiko (dal dialetto giapponese di Kyoto letteralmente “figlia delle arti”) possa veramente pensare di uscire. La notte di Capodanno saremo di nuovo qui per i festeggiamenti di Yasaka-Jinja quindi non perdo la speranza. Dopo due notti passate nel ryokan, ci spostiamo a dormire nei pressi di Kyoto Station. Diversamente da quanto si possa pensare gli alloggi nei dintorni della stazione in Giappone sono i più ambiti. E’ utile dire che a Kyoto si usano molto i mezzi di superficie che se tra i quartieri non sono distribuiti in modo molto omogeneo presso il piazzale adiacente alla stazione sono invece condensati con tutte le linee, agevolando gli spostamenti all’interno e fuori dalla città. Le stazioni giapponesi sono tutte architettonicamente moderne e bellissime e, in linea di massima, sono anche nei pressi di tutte le più conosciute boutique occidentali. Noi siamo a due passi da Kyoto Station e dal grande complesso di Higashi Hongan-Ji, scuola buddista e insieme Patrimonio Unesco. Prendiamo la JR verso Arashimaya (col treno dalla stazione di Kyoto sono 15 minuti circa) per visitare la famosa foresta di bambù. Sulla strada all’interno della bellissima passeggiata si arriva alla villa privata della star di film Samurai Okochi Dajiro, a cui consigliamo di dedicare una visita. Proprio qui ci offrono un thè verde accompagnato da un dolce al matcha mentre i tipici risciò sfrecciano all’interno della foresta destreggiandosi tra i bambù. Tornando col treno verso Kyoto, approfittiamo per scendere alla fermata di passaggio nei pressi di Nijo-Jo, per visitare il castello. E’ l’ultimo giorno dell’anno e, prima di unirci ai festeggiamenti locali, ceniamo in un posticino a Karusama Dori conosciuto per la cucina di yakisoba: la nostra scelta ricade su yakisoba con calamari, che sono fantastici. Passiamo la mezzanotte presso l’affollato tempio di Yasaka-Jinja dove, tra sfavillii di lanterne, assistiamo all’accensione del fuoco: qui vengono riposte le preghiere beneauguranti scritte per il 2017. L’ultimo giorno lo dedichiamo al bellissimo Padiglione d’Argento Ginkaku-ji e all’adiacente Passeggiata del Filosofo, un sentiero particolarmente percorso in primavera all’ombra dei ciliegi fioriti. Torniamo verso la stazione per dedicare la seconda parte della giornata a Fushimi Inari Taisha. Il famoso santuario dai torri rossi, noto anche per una famosa scena del film "Memorie di una geisha" girata al suo interno, è animato da una folla eccessiva e tipicamente occidentale che si destreggia tra le bancarelle delle festività. Ormai ci troviamo bene in mezzo alla popolazione asiatica, per questo non ci tratteniamo tantissimo e decidiamo di tornare verso Kyoto. All’imbrunire, la stazione diviene davvero suggestiva, con i suoi giochi di luci e colori sulle altissime scalinate. All’undicesimo piano consigliamo The Cube Food Court, con la sua vastissima collezione di eccellenti ristoranti, dalla tempura al sushi, passando per il ramen. Dato che ci troviamo in stazione, prenotiamo i nostri posti sullo shinkansen in direzione Tokyo, la nostra ultima tappa.
- Nishiki – Koji Galleria del cibo
- Snoopy Chaya Peanuts Bar
- Kinkaku-ji Padiglione d’Oro
- Kana okonomiyaki Hijashiyamayusui Intersection
- Tempio Ryoan-Ji
- Chojiro, Shijo-kiyamachi Sushi a Shijo-Dori
- Tempio Yasaka-Jinja
- Ramen Miyako
- Passeggiata a Sannen-zaka e Ninnen-zaka
- Tempio Kiyomizu-dera
- Passeggiata lungo il Canale Shirakawa
- Scuola buddista Higashi Hongan-Ji
- Foresta di bambù Arashimaya
- Villa e giardini di Okochi Sanso
- Castello di Nijo-Jo
- Padiglione d’Argento Ginkaku-ji
- Passeggiata e sentiero del filosofo
- Santuario Fushimi Inari Taisha
- The Cube Food Court - Kyoto Station